Letto in un gruppo bellissimo di Facebook – Dall’uovo alla coque al ragù di Silvia Buitoni – scritto su questa pasta dalla bravissima Vera Barbanera: ed ecco i Quadrucci maritati! Il brodo di cappone c’è dal giorno di Natale, l’impasto avanzato dei cappelletti pure, basta stendere una sfoglia di due uova e il gioco è fatto!
Stendere la sfoglia sottilmente e spalmarci sopra l’impasto dei cappelletti, ricoprire con altra sfoglia, comprimere con le mani e passare sopra con il lasagnolo; tagliare con una rotella dentellata dei quadrucci di un centimetro e mezzo circa di lato. Far asciugare in un vassoio di cartone. Cuocere nel brodo bollente per 2/3 minuti. Per noi due ho cotto circa 200 g, il resto l’ho surgelato.
Prendendo spunto da varie ricette in rete, facendo tesoro per la stesura degli insegnamenti di Antonio Chiera e collaboratori nel corso seguito recentemente e anche delle farine che avevo, ho usato questi ingredienti per l’impasto: 900 g di farina di cui 500 0 (Mulino del Clitunno 12 pr.) 400 g (Spigadoro per Pizze e Focacce 11,8 pr) 540/550 ml di acqua (Panna liscia) 20 g di lievito di birra fresco 1 cucchiaio di zucchero 2 cucchiaini scarsi di sale 4 cucchiai di olio evo. Seguendo l’ordine scritto degli ingredienti ho impastato con la planetaria fino ad incordatura, completato a mano riportando l’impasto dall’esterno verso l’interno e poi ho fatto riposare fino al raddoppio (circa un’ora e quindici minuti – dipende dalla temperatura che si ha in casa).
Ho diviso l’impasto in due parti, fatto le pieghe a tre e lasciato ancora riposare; successivamente l’ho steso nelle teglie coperte da carta forno ben oliata, ancora riposo e poi ho ancora allargato l’impasto, riposo e buchi con le dita.
Ho poi condito con uva nera, zucchero, olio e rosmarino, qualche fiocchetto di burro (Schiacciata con l’uva) e con fettine sottili di cipolla e salvia precedentemente condite con olio e sale (Schiacciata con salvia e cipolla) e olio e sale (Schiacciata bianca). Ho ancora lasciato riposare per circa 30 minuti. Ho scaldato il forno a 180° ventilato e cotto per circa 20 minuti, Ho tolto da sotto la carta forno e rimesso ancora in forno per 5 minuti.
Ho iniziato verso le 14.15 e terminato le cotture (una teglia per volta) verso le 19.00.
No, non ho omesso una elle … a Gubbio si chiama così! A Perugia e non solo si chiama torcolo. Il ciambelotto è tipico del periodo della Festa dei Ceri e, per strada in quel giorno dopo l’Alzata e durante la mostra, c’è sempre chi te ne offre una fetta con un bicchiere di vino! Quindi, anche se a casa per annullamento doloroso della festa, il ciambelotto non deve mancare.
E allora, come ho scritto nella mia pagina FB: Il “ciambelotto” c’é! Grazie al MEET del Mazzatinti e al collega Angelo Trotta.
Al termine del TG3 regionale, poco fa, ho visto la preparazione dei Panicocoli di San Nicolò, dolci tipici di Bevagna e anche dell’area eugubina e del Monte Cucco con il nome di Ciarabaldoni.
Ecco la ricetta degli alunni dell’Istituto Alberghiero di Assisi:
200 gr di farina
vino bianco: una tazzina da caffè
olio extra vergine d’oliva: una tazzina da caffè
zucchero: una tazzina da caffè
semi di anice
un pizzico di sale
Si dispone la farina a fontana, si mettono al centro gli ingredienti e si impasta. Si fanno poi dei rotoli e si ricavano delle palline di impasto da mettere sui ferri ben caldi.
Si formano dei cannoli arrotolando le sfogliette.
Qui sono stati serviti con crema pasticcera al vinsanto da aggiungere alla crema alla fine.
Bellissima Orvieto, ancora così immersa nel passato!
Panorama dal Belvedere (foto del 5 agosto)
Il Duomo di notte (foto del 3 agosto)
Maria Teresa e Sergio, 3-4-5-6 agosto 2012 Hotel DUOMO, ottima ospitalità!
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