LETTERATURA FAST- FOOD

“L’ultima cospirazione” di Steve Barry – Mondolibri

Leggo, dalla terza di copertina di questo volume, che Steve Barry “ha firmato un contratto milionario (immagino in dollari o, forse, sterline) per tre romanzi, il primo dei quali è, appunto, “L’ultima cospirazione”.  Ora, se una casa editrice, accorta e stimata come la Random House, è arrivata al punto di avanzare un’offerta così allettante a questo esperto avvocato, scrittore poco più che esordiente, anche se di grande successo, dovrà pure avere avuto le sue buone ragioni. Per la maggior parte degli editori, una nuova pubblicazione rappresenta, a tutti gli effetti, un investimento, che si tenta di rendere il più remunerativo possibile, valutando, fin dalla lettura delle bozze, le potenzialità del romanzo in termini di diffusione mondiale, attraverso traduzioni nelle varie lingue, e di eventuali riduzioni cinematografiche e televisive. Quelle case editrici, che hanno analizzato i gusti del pubblico mediante accurate ricerche di mercato, hanno indubbiamente il polso della situazione in merito alla tipologia di lettore medio mondiale. Sembra, infatti, non esserci più alcuna distinzione di gusti tra il lettore medio inglese, americano, giapponese, italiano, francese o russo. Grazie certamente alla diffusione, attraverso il cinema, di storie, dove quello che conta è l’azione e il colpo di scena ad effetto, lo spettatore – lettore si è omologato, o, come si direbbe oggi, globalizzato. Anziché pretendere che venga lasciato spazio alla sua immaginazione, il lettore è sempre più spesso considerato un semplice consumatore di racconti, che fa parte di un pubblico i cui gusti, a detta, almeno, delle case editrici, devono essere assolutamente soddisfatti e, soprattutto, assecondati. Lo stile di vita contemporaneo, fatto di tempi da dedicare a se stessi sempre più ridotti, non aiuta certo ad intraprendere una lettura più meditata, da degustare e centellinare in tutta calma, magari distesi su un divano, a televisore rigorosamente spento. Più che di emozioni, l’uomo contemporaneo si nutre di informazioni, in maniera compulsava, spesso bulimica, nel vano tentativo di tenere sotto controllo la realtà che lo circonda. Si tratta sempre di un tentativo destinato a fallire, con l’inevitabile conseguenza di fare avvertire maggiormente un senso di frustrazione e di impotenza di fronte alla realtà quotidiana che ci circonda. Anche lo stile di lettura si adegua inevitabilmente allo stile di vita. Così, mentre la necessità di nutrire il corpo, nelle brevi pause di una frenetica attività lavorativa, ha concesso sempre più spazio alla alimentazione fast- food, sul versante letterario si è assistito al crescere del’analogo fenomeno della “letteratura fast- food”. Una letteratura peraltro rispettabilissima, che non intendo in alcun modo stigmatizzare, perché assolve al compito altamente meritorio di avvicinare alla lettura persone che altrimenti se ne terrebbero ben lontane, evitando pericolose crisi di analfabetismo di ritorno. Insomma, si legga qualunque cosa, purché si legga. Detto questo, due parole sul romanzo. Pur essendo costruito sull’ormai scontato tema dei Templari e dei loro segreti, è tuttavia un’opera basata su una discreta quantità di documenti, e che introduce qualche elemento di novità rispetto alle ormai arcinote vicende dei cavalieri del Tempio e del loro misterioso tesoro. L’opera della fantasia non è forzata nel tentativo di dimostrare una qualche tesi precostituita, selezionando, come si fa di solito, quegli elementi che maggiormente si adattano all’ipotesi di partenza e ignorando sfacciatamente quelli che la confutano. Insomma, una lettura piacevole, anche se stilisticamente piuttosto approssimativa, difetto questo molto comune alla letteratura di largo consumo. Avrete bisogno comunque di  almeno una settimana  per venire a capo delle oltre cinquecento pagine del romanzo. Se amate le storie avvincenti e, soprattutto, avete un lungo periodo di tempo libero a disposizione, questo è il libro che fa per voi.

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