VISSI D’ARTE – Capitolo 5

Accadeva, di solito, quando rincasava la sera, stanco dopo una lunga giornata di prove e, lasciata fuori della porta quell’aria da primadonna che, di solito, assumeva sul palco, tornava a rivestire i panni più consueti di quarantenne solo e triste. Perché, era proprio la solitudine che gli pesava in particolare, quella che, all’inizio, gli era sembrata una scelta quasi obbligata, per poter dare la scalata a quel successo, di cui adesso stava godendo pienamente i frutti. Col tempo, però, anziché abituarsi a quello stato, come aveva creduto all’inizio, sentiva che, giorno dopo giorno, la sua vita si faceva sempre più pesante e, paradossalmente, sempre più vuota. Gli pesavano quegli impegni artistici che, senza interruzione, il suo agente prendeva con i maggiori teatri nazionali ed esteri, tutti ansiosi di vederlo esibire sui loro palcoscenici. Gli pesava di non poter disporre neppure di un secondo della sua vita, stretto com’era tra le fatiche, a cui doveva sobbarcarsi per le lunghe e frequenti trasferte, e la necessità di trovare sempre più spesso momenti di riposo che lo aiutassero a riprendersi da quel duro lavoro. Se ci fosse stata Patrizia con lui, pensava, la sua vita forse sarebbe stata diversa, forse sarebbe stato meno celebre ma certamente più felice. Negli anni, di occasioni gliene erano probabilmente capitate parecchie, la sua fama e il suo successo gli permettevano di potersi circondare sempre di una schiera di belle donne, molte di loro lo avevano anche corteggiato a lungo.

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