ALTA CUCINA

“Ad occhi chiusi” di Gianrico Carofiglio (Mondolibri)

Non mi capita quasi mai di leggere un libro su commissione. Mi capita spesso, al contrario, di leggere un libro su istigazione, che, stando almeno alla mia esperienza, è il modo migliore per fare la conoscenza di un autore. Si finisce spesso per scoprire che merita non solo di essere ricordato ma anche ulteriormente approfondito. Stavolta l’istigatore è uno dei miei quattro visitatori, al quale mi lega anche un rapporto di parentela, mio cugino Francesco. Mi ha chiesto un parere sull’opera di Carofiglio e io ho dovuto ammettere che, a parte qualche critica e qualche recensione, di questo autore non avevo letto nulla. Ho deciso di colmare la lacuna e così, rovistando nella mia biblioteca, ho scoperto di avere acquistato, qualche tempo fa, un libro di Carofiglio, “Ad occhi chiusi”, che ho letto avidamente in poco tempo. Ho scoperto così il fascino dell’avvocato Guerrieri, un personaggio le cui vicende umane e professionali hanno catturato subito la mia simpatia. Un personaggio nel quale, con le dovute proporzioni, mi riconosco moltissimo, e che ritengo possa rappresentare l’ideale estetico e, soprattutto, etico del suo creatore. Questo antieroe del quotidiano non rifugge dal confessare i propri limiti e la propria umanità, ed è questo che, indubbiamente, lo rende simpatico. Senza gesti mirabolanti, senza colpi di scena incredibili, con l’unica arma dell’intelligenza, sa opporsi energicamente all’avidità e all’arroganza di certi potenti che, purtroppo, è sempre più frequente incontrare in ogni luogo e in ogni istante della nostra esistenza. Inoltre, cosa che mi ha impressionato molto favorevolmente, la storia è narrata con uno stile fresco e personale, il cui segreto sta nel perfetto equilibrio tra il “cosa” e il “come”, tra ciò che viene narrato e le parole che lo narrano. Mentre leggevo il libro, pensavo se tra quelle righe o tra quelle parole ce ne fosse stata qualcuna che si sarebbe potuta eliminare, senza incrinare l’esattezza della pagina. Non sono riuscito a trovarne nemmeno una. Quello che penso di fare, e che consiglio anche agli altri lettori, è lasciare sedimentare, innanzi tutto, le sensazioni che questo libro ha suscitato e poi, una volta trascorso abbastanza tempo da dimenticare anche la trama, rileggerlo, per apprezzare ancora meglio la bellezza della scrittura. Se dopo la lettura di un libro di Dan Brown, la sensazione fisica è quella di essersi abbuffati di una pietanza rozza e mal presentata, stavolta mi sono sentito come dopo aver assaggiato un menu degustazione di un eccellente ristorante, gradevole al palato e leggero da digerire al tempo stesso, del quale ci si ricorda piacevolmente per diverse settimane. Il mio invito è di preferire certi piatti di alta cucina, sempre più rari, purtroppo, alle insipide e sciatte minestre riscaldate di certi best seller. La lettura è un piacere. Anche fisico.

Questa voce è stata pubblicata in Letture e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

3 risposte a ALTA CUCINA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *