Letteratura e vita

C’è stato un tempo in cui si era soliti dire: la vita non è un romanzo. Questa affermazione aveva senso quando i romanzi assolvevano il difficile compito di rendere la vita quotidiana più sopportabile. Il divario tra le vicende narrate nel romanzo, che vedevano protagonista l’eroe o l’eroina di turno, nella quale il lettore – e più spesso la lettrice – tendeva ad immedesimarsi, e gli accadimenti della vita quotidiana era talmente ampio che era facile tracciare il confine tra realtà e fantasia. Perfino la corrente letteraria ottocentesca definita verista aveva come riferimento una realtà talmente circoscritta e marginale da non poter essere considerata realtà a tutti gli effetti. Personaggi come il mastro don Gesualdo verghiano rimangono pur sempre letterari, anche se la tendenza ad ancorare le vicende narrate alla vita di tutti i giorni diventa sempre più forte ed evidente. Oggi la letteratura va ben oltre, al punto da fare avvertire come falsificazione quello che un tempo non si esitava a definire "verismo". Argomenti di libri di narrativa, difficilmente ascrivibili alla categoria dei romanzi, sono situazioni talmente quotidiane e – come si usa dire in questi tempi – minimaliste da non dare, a prima vista, l’impressione di essere narrabili. Tali sono le vicende, o piuttosto i fatti, raccontati con uno stile lineare e garbato da Mordecai Richler nel suo volume postumo "Il mio biliardo" – edizioni Adelphi. Curioso intreccio tra giornalismo sportivo e narrativa, il testo è assai piacevole da leggere; leggero e spumeggiante come le immancabili birre che appaiono in numerose pagine, nelle quali si descrivono i molti bar frequentati dallo scrittore e dai veri protagonisti della storia, i mitici campioni di snooker. E’ questo immergere un gioco poco spettacolare in sé come il biliardo in una vera dimensione epica che fa di questo libro un testo "da meditazione", da leggere piluccando qua e là frasi che possono a buon diritto annoverarsi tra quelle che aiutano a capire e a sopportare meglio la vita. Il mio primo incontro con Richler, conosciuto finora solo attraverso la lettura di recensioni dei suoi libri, è stato una sorpresa e un piacere, che intendo senz’altro protrarre passando quanto prima alla lettura di altri suoi scritti. Attendo, dunque, di iniziare nuove avventure in sua compagnia: sono certo fin d’ora che non rimarrò deluso.

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