12 Ottobre

Ricordando Cristoforo Colombo …

12 Ottobre

Piove da stanotte qui da noi, non vuole smettere
Chissà che tempo starà facendo dall’altra parte del mondo?
Chissà se gli occhi di qualcuno osservano attraverso i vetri
Dalle tendine appena un po’ scostate con la mano
Il cielo grigio chiuso che non accenna crepe né fessure?
Chissà poi che tempo faceva quando Colombo arrivò
Dall’altra parte del mondo? Se c’era un cielo
Simile a quello che aveva lasciato a Palos…

Per tutto il viaggio solo il cielo restava uguale
A quello dimenticato su una spiaggia appena lambita dall’Oceano
Il mare accoglieva quell’inerte fragile carico di paglia
E qualche uomo sul dorso, come un insetto smarrito nell’immenso.
Qualche volta pioveva, a rinfrescare corpi e anime
E tanto di quel mare intorno che sembrava non avesse fine.
Verso sera in coperta qualcuno pregava perché giungesse presto il vento
Mentre la notte inghiottiva uomini navi e mare dentro una gola nera.

All’alba, quando gli uomini cominciavano a scuotersi di dosso
Il sale della notte e la fatica riprendeva a farsi dolore
C’era sempre qualcuno un po’ più stanco che si ostinava
A tenere serrati gli occhi, come se ancora tutto intorno
Fosse sospeso il sogno che l’alba fresca gli aveva appena portato via.
Poi venne ottobre, la sera dell’undici già stava scomparendo nella notte
E la disperazione della ciurma ormai toccava il cielo
“Un altro giorno ancora, solo un altro”, decideva Colombo.

Essere giunti fino a lì, per tanto mare, senza scopo né senso
Quando ormai la certezza era così sottile da sembrare dubbio
Non era degno del desiderio di un uomo, del sogno
Da bambino di un uomo, vedere nuovi mondi
Raggiungerli per vie mai percorse prima da altri
Dimostrare a se stesso cosa sia infine il coraggio e non soffrire
Del grande male degli uomini, la rassegnazione
Che incatena all’albero maestro azioni, desideri e volontà.

Essere lì, aspettare un altro giorno ancora, e poi
Ripercorrere il mare attraversato e lasciato alle spalle.
Conosciuto, il pericolo ormai non fa più paura, è sicura
La strada quando si è percorsa, anche dove siamo caduti.
E lasciare a un altro quel mondo ormai a portata di mano?
Sarebbe stato l’ultimo dei gesti, il più vile, la resa
Non abita nei cuori degli eroi, hasta la victoria, siempre!
Un altro giorno ancora, mentre già questo lentamente scolora.

Sul ponte di coperta i passi lenti del capitano
Si sono uditi risuonare per tutta la notte, tra poco
Giungerà l’alba, il momento dell’attesa verità
È ormai vicino e il cuore di Colombo trema
Al solo pensiero di cosa vedranno i suoi occhi
Al primo sorgere del sole, se poi dal mare
Si alzerà la caligine che copre sempre a quell’ora
L’isola che vide Ulisse venire incontro al suo destino.

Questa voce è stata pubblicata in Poesie Libera Mente. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *